martedì 21 febbraio 2023

 PALENA (CH)

MONTE PORRARA (METRI 2.137 SLM)

Classica ascesa alla vetta del Monte Porrara partendo dalla stazione ferroviaria di Palena. Situazione prettamente invernale, la temperatura alla partenza di 5 gradi sotto lo zero e la neve durissima, fanno ben sperare che la piccozza ed i ramponi non serviranno solo per appesantire lo zaino.

Il sentiero inizia 700 metri dopo la stazione di Palena, più esattamente lungo la strada che conduce a Campo di Giove (chiusa al transito nel periodo invernale per pericolo valanghe), in prossimità di una piazzola di sosta, un cartello del parco indica l'imbocco della traccia.  

La traccia, contrassegnata con bandierine bianco/rosse e sigla "P", percorre un tratto della famosa "linea Gustav"

"La linea Gustav, venne approntata dall'esercito tedesco il 4 ottobre 1943 e partiva dalla foce del fiume Garigliano, al confine Lazio/Campania, fino ad arrivare ad Ortona, passando per Cassino, Le Mainarde, gli altopiani Abruzzesi ed infine la Maiella. Questa linea difensiva fortificata divideva l'Italia in due, a nord i tedeschi ed a sud gli alleati. Infatti lungo gli itinerari che ripercorrono la linea in argomento, non è difficile trovare i resti delle fortificazioni usate dalle truppe naziste".

Dopo qualche cenno di storia, iniziamo la nostra passeggiata:

Dopo un susseguirsi di ripide salite e tratti in piano, usciamo allo scoperto lasciandoci il bosco alle spalle:

Raggiungiamo la Loggia di Pilato a quasi 1.800 metri di quota. Dietro di noi lo spettacolare panorama verso i monti del PNLAM, mentre di fronte l'anticima del Porrara e subito dietro, non ancora visibile dalla nostra posizione, la vera e propria vetta:

Una breve sosta per mangiare qualcosa e di nuovo in marcia. Decidiamo di calzare i ramponi ed impugnare la piccozza, le condizioni della neve non sono ottimali per usare tale attrezzi ma fare un pò di didattica non fa mai male, anzi sarebbe opportuno farlo molto più spesso:



Si inizia a sprofondare, il sole e la temperatura piuttosto elevata, hanno ammorbidito lo strato superficiale del manto nevoso:   
Dall'anticima scorgiamo la nostra meta, sembra molto distante ma in realtà in mezz'ora circa si riesce a raggiungerla:  
In lontananza si riesce a scorgere il Mare Adriatico:               

Ultimi metri prima della vetta:
Dopo alcune ore di cammino e tanta fatica, ecco la ricompensa; un panorama mozzafiato a 360°.
Davanti a noi, a poche centinaia di metri, cima Ogniquota, mentre sullo sfondo la catena della Maiella con i 2.793 metri del Monte Amaro:
Davanti a noi, in primo piano, la catena del Morrone, mentre sullo sfondo quella del Gran Sasso:
  

La foto di gruppo non può mancare:
Ci incamminiamo verso valle, ripercorrendo lo stesso itinerario di salita:

Un cippo che segnala una linea di confine; siamo a cavallo tra le province di L'Aquila e Chieti e la cresta che stiamo percorrendo delimita i due territori:    
Ci addentriamo di nuovo nel bosco:

Siamo di nuovo al punto di partenza:

Bellissima e spettacolare escursione, con possibilità di affrontarla in qualsiasi periodo dell'anno. In condizioni normali le difficoltà tecniche sono quasi nulle, occorre solo avere un adeguato allenamento che consenta di superare i 1.000 metri circa di dislivello e la lunghezza complessiva del percorso, che supera abbondantemente i 10 chilometri. E' consigliabile, altresì, avere nello zaino l'abbigliamento adatto da utilizzare in caso di improvvisi cambiamenti climatici, nonchè acqua a sufficienza, visto che lungo il sentiero non vi sono punti dove rifornirsi.
Se l'escursione viene affrontata con terreno innevato, è consigliabile dapprima consultare il bollettino meteonivologico ed accertarsi che le condizioni del momento consentano l'ascesa. Gli ultimi 300 metri di dislivello si affrontano percorrendo una lunga cresta dove, in caso di recenti nevicate, non è difficile trovare grossi cornicioni di neve nei versanti WNW e lastre di ghiaccio in quelli opposti - ENE. Si consiglia, pertanto, di portare sempre nello zaino ramponi e piccozza ed un minimo di attrezzatura alpinistica, quale uno spezzone di corda e qualche moschettone, per consentire ai meno esperti di affrontare la salita in piena sicurezza.

Relazione a cura di Alessandro

Autori: Alessandro, Giorgio, Alessio e David 
                              

domenica 12 febbraio 2023

PESCOCOSTANZO (AQ)

COLLE BRIGNOLE (METRI 1629 SLM) 


Si parte dal Bosco di Sant'Antonio e seguendo l'itinerario contrassegnato con la sigla "Q1, si raggiunge, dopo circa un'ora di cammino, l'intersezione con il sentiero "Q5" che da un lato porta alla cima del Pizzalto e dall'altro verso il Colle Brignole. Da questo punto in 15 minuti circa si raggiunge la meta:


  

Raggiungiamo un rifugio incustodito, preferiamo proseguire dritti ed usarlo come punto di sosta al ritorno:

  Sulla destra la catena del Rotella

La traccia è ben solcata:

Raggiungiamo il bivio con l'itinerario Q5, voltiamo in direzione di Colle delle Brignole:
......................in 15 minuti circa dovremmo raggiungere la meta:
Gli ultimi metri prima di raggiungere la sommità:

Ecco Colle Brignole, un terrazzo che permette di osservare un meraviglioso panorama a 360°:
La lunghissima catena montuosa con la vetta del Monte Rotella:
La Maiella con la vetta del Monte Amaro coperto dalla nuvole e sulla sinistra il massiccio del Morrone:
La Catena del Sirente/Velino, sullo sfondo quella del Gran Sasso e a destra il Morrone:
E' ora di ripartire, una breve pausa fotografica, uno scambio di saluti con gli amici del CAI di Atessa e ci rimettiamo in marcia verso valle, lungo lo stesso itinerario di salita:




Bellissima escursione sul cosidetto Belvedere d'Abruzzo. 
Dai 1.624 metri del Colle Brignole è possibile ammirare uno splendido panorama verso la catena della Maiella, il Morrone, il Sirente Velino, il Gran Sasso/Monti della Laga ed il Porrara.
Un'itinerario possibile da programmare in qualsiasi stagione dell'anno, sebbene nel periodo invernale e con terreno coperto di neve, è consigliabile essere dotati di idoneo abbigliamento ed attrezzatura.

Autori: Alessandro, Simonetta, Mauro e Velina
             









sabato 11 febbraio 2023

 SCANNO (AQ)

CIMA DEI CODACCHI (METRI 1.972 SLM)

Itinerario molto semplice e senza difficoltà tecniche fino allo Stazzo del Campo, poi per chi decide di proseguire la salita sulla cima dei Codacchi, è consigliabile portare a seguito l'attrezzatura adatta (piccozza, ramponi e casco) poichè la pendenza, che sfiora in alcuni punti i 30°, rende l'ascesa particolarmente insidiosa: 

Il sentiero inizia dalla sterrata che porta alla Masseria Parenti e dopo qualche centinaia di metri svolta verso destra, imboccando la traccia contrassegnata con la sigla Y8. Da quel punto in avanti basta seguire l'indicazione per lo Stazzo del Campo, raggiungibile in un'ora e 30 minuti circa:

    
Come di solito accade da queste parti, uno dei cani della masseria ci seguirà per tutta l'escursione e noi, ovviamente, siamo ben lieti della sua compagnia:

Risaliamo la Valle di Serra Capramorta o per meglio dire la Valle Tempesta:

L'ultimo tratto prima di uscire dalla faggeta ed immetterci nella valle dove si trova lo stazzo:

 

 

Il nostro amico di tanto in tanto si ferma ad aspettarci, non vede l'ora di raggiungere lo stazzo dove sa già che verrà ricompensato con qualcosa di buono da mangiare:  
Ecco in lontananza lo Stazzo del Campo:
Qualche minuto di sosta e poi di nuovo in marcia verso la base della nostra cima 

  
Mezz'ora di cammino bastano per raggiungere il punto di partenza per la vetta. Decidiamo di non usare per l'ascesa il classico itinerario estivo ma di risalire il ripido pendio che porta direttamente in vetta.
Il primo tratto di salita risulta essere abbastanza insidioso a causa della neve ventata ma, con il salire della quota, il manto nevoso diventa sempre più duro:   


Il tratto finale prima dell'uscita in cresta diventa quasi vetrato, ed il nostro amico Mauro riesce a far cantare i suoi ramponi..............

Ecco la Cima dei Codacchi:
Foto panoramiche dalla vetta:



Iniziamo la discesa, ripercorrendo lo stesso itinerario di salita:

  Autori: Alessandro, Mauro e Giampaolo