domenica 29 marzo 2020

MONTE META (2.242 METRI)


Domenica 23 febbraio 2020: si parte alla volta del Parco Nazionale "Abruzzo - Lazio - Molise", con l'intento di affrontare una via alpinistica sulla nord del Monte Meta. Appena fuori dal centro abitato di Alfedena, svoltiamo verso sinistra imboccando una strada secondaria che porta a Pianoro Campitelli (metri 1.420 slm) da dove inizia il sentiero L1 per il Monte Meta.
La via che dovremmo affrontare oggi è classificata "D-" con pendenze medie di 50/55° , tratti fino a 75° e passaggi su roccia in caso di scarso innevamento. 
La giornata alquanto splendida fa ben sperare sulla buona riuscita della scalata, unico dubbio sono le condizioni del manto nevoso che a causa della recente nevicata e delle alte temperature diurne, potrebbe riservare qualche sorpresa.
Siamo nel territorio del Parco d'Abruzzo ed il Monte Meta, così come tutte le cime situate nei dintorni, sono all'interno della "riserva integrale", pertanto prima di intraprendere un'escursione da quelle parti, è giusta regola informarsi su ciò che è possibile fare e ciò che è vietato. 
   
Prima di immetterci lungo il sentiero L1, diamo un'ultima occhiata alla cartellonistica del parco per verificare se qualcosa fosse sfuggito alle informazioni acquisite in precedenza. Nulla di cambiato, nessun divieto di salita sulla cima del Monte Meta a differenza del periodo estivo quando la vetta viene chiusa al transito di escursionisti. Infatti altre persone dirette lungo lo stesso itinerario, confermano che in questo periodo l'accesso al Meta è libero.
Ma qualcosa è sfuggito...............!!!!!!! Purtroppo, ignari di una regola, più avanti troveremo una sorpresa che condizionerà la nostra uscita.
   

Nonostante in pieno inverno, la neve quasi assente e la temperatura elevata fanno pensare alla primavera inoltrata. 



Davanti a noi il Monte Meta e contraddistinto in rosso la via di salita che vorremmo percorrere
Raggiungiamo i ruderi del Fortino Diruto a quota 1.775 metri, un avamposto militare edificato a metà dell'800 per combattere il brigantaggio ed assicurare il passaggio dei monaci e pastori che si recavano nel vicino passo "dei Monaci". 
    
A breve dovremmo lasciare il sentiero L1 ed iniziare l'avvicinamento, a vista, in direzione del versante nord del Meta.   
"Lasciare il sentiero" è una frase che quando si circola all'interno di una "riserva integrale" non va mai detta, ma sopruttutto mai fatto, per nessun motivo.

Alla base del canale centrale, una via usata solitamente per la discesa, calziamo i ramponi, imbrago, casco ed impugnata la piccozza cominciamo a risalire la via. La neve appare da subito non adatta per ciò che vogliamo affrontare; in alcuni tratti è abbastanza dura e compattata in altri, purtroppo, è soffice e non coesa con lo strato sottostante. 

Lasciamo la parte centrale del canale e, in obliquo verso sinistra, puntiamo il canalino che porta alla base della via da risalire. Il vento aumenta d'intensità, il freddo, essendo in ombra, inizia a farsi sentire e le condizioni della neve peggiorano di passo in passo. In alcuni punti troviamo lastroni di vetrato che costringono ad usare i fittoni per assicurarci, mentre, in altri, quelli che fino a poco prima erano stati assolati, la neve scivola verso valle sotto i nostri passi. 




Imbocchiamo lo stretto canale e ci avviciniamo alla parete rocciosa da scalare ma qualcosa non sta andando per il verso giusto............................................

........................veniamo distratti da un gruppo di persone che parlano ad alta voce, voltatoci verso valle notiamo un gruppetto di persone (4/5) che sostano lungo il sentiero L1 e discutono tra di loro. Aspettiamo qualche munito per capire cosa stesse succedendo, la discussione continua ma non riuisciamo a capire di cosa stessero parlando. Non è il caso di procedere, la neve non adatta, il vento, il freddo e soprattutto quelle persone che discutono, distraggono la concentrazione. Senza esitare in alcun modo, decidiamo di tornare indietro, la mantagna sta sempre li e ci torneremo quando le condizioni saranno più favorevoli.
    
Con le necessarie cautele affrontiamo la discesa fino a raggiungere la base del canale centrale. Ormai siamo a pochi metri dal sentiero, una breve sosta per toglierci i ramponi, l'imbrago ed il casco e mangiare qualcosa prima avviarci verso il punto di partenza................ma non andrà proprio così!!!! Neanche il tempo di toglierci lo zaino da dosso, veniamo avvicinati da un Guardiaparco il quale, in modo molto cortese, ci fa osservare che abbiamo violato una regola del parco. Infatti, a suo dire, quando si entra in una "riserva integrale" non si può assolutamente abbandonare il sentiero marcato con le bandiere "bianco/rosse", pertanto qualsiasi attività che richiede l'abbandono della traccia segnata (alpinismo - scialpinismo ecc.), è vietata. Nessuna giusitificazione, le regole sono fatte per essere rispettate e se si infrangono è giusto pagare le consegenze. Con il portamonete alleggerito di qualche decina di euro (la sanzione amministrativa prevede € 50,00 a persona) e con il boccone andato di traverso, ci avviamo verso Pianoro Campitelli, increduli di quello che era successo.
Ecco cosa recita l'articolo 43 del Regolamento del PNLAM:
    Art. 43

 Escursionismo
 1.La pratica escursionistica è consentita nella Zona A (Riserva integrale) esclusivamente lungo la rete sentieristica individuata nel Piano del Parco, senza divagazioni. Nelle altre Zone può avvenire anche lungo strade e mulattiere non segnalate, purché evidenti sul terreno. È comunque vietato divagare da strade, mulattiere e sentieri, salvo che per lo svolgimento di attività consentite che lo richiedano.

 2.Per ragioni di protezione della fauna, l’Ente Parco può, con specifico provvedimento, per particolari periodi dell’anno e per talune aree, limitare l’afflusso giornaliero dei visitatori o consentirlo esclusivamente a gruppi accompagnati da personale autorizzato dall’Ente medesimo. Parimenti l’Ente Parco può, per particolari periodi dell’anno e per taluni sentieri, subordinare l’accesso dei visitatori al pagamento di una somma determinata dal regolamento tariffario, ad esclusione degli abitanti residenti, che possono avere accesso gratuitamente previa autorizzazione dell’ente.

4. Salvo il caso in cui essa sia condotta dal personale dell’Ente Parco, l’attività di guida nel territorio del Parco è subordinata al rilascio, da parte dell’Ente, di un titolo ufficiale che si consegue a seguito di apposito corso di formazione, ovvero al possesso di titolo abilitativo riconosciuto da autorità competenti e validato dall'Ente Parco

Un consiglio per gli appassionati dell'alpinismo ed attività su neve e ghiaccio: prima di intraprendere un'uscita è opportuno informarsi bene, per il tramite delle Amministrazioni locali, sulle regole che vigono per l'esercizio di tali attività nel territorio che avete scelto. Quando ci si trova all'interno dei parchi ed in modo particolare nelle "riserve integrali", le soprese sono dietro l'angolo.

Autori: Alessandro e Simonetta


 

sabato 14 marzo 2020

MONTE CAPPUCCIATA (MT. 1.802) DA CANNATINA


Sabato 7 marzo 2020: serata all'insegna dei festeggiamenti in onore delle Cascate di Ghiaccio "Angerer". Come di consueto, dopo un'uscita extra-Abruzzo, per onorare l'evento e la sua buona riuscita, organizziamo una rimpatriata "mangereccia" a base di vegetali ed acqua distillata. I discorsi a fine serata si concentrano sulle uscite da proporre per l'imminente stagione estiva. Vedremo più in là come andrà a finire............!!!!!        
  

Domenica 8 marzo 2020: Dopo una serata trascorsa a mangiare e bere, l'unica soluzione per smaltire un pò di calorie è quella di organizzare un'uscita in montagna. Le condizioni meteo non sono delle migliori, sopra i 1.000 metri di quota si prevedono sporadiche nevicate e vento abbastanza sostenuto. Decidiamo di recarci verso Cannatina, una località del comune di Brittoli, posta a circa 1.400 metri di quota, da dove parte un sentiero che in poco più di un'ora conduce sulla vetta del Monte Cappucciata. 

Lasciamo l'auto in corrispondenza di una sbarra, al momento aperta, ed iniziamo a risalire a piedi la carrareccia per un chilometro circa fino ad uno spiazzo dove, sulla nostra sinistra, si intravede una traccia che risale la radura.

Le condizioni meteo iniziamo a peggiorare. Il cielo si fa sempre più grigio ed iniziano a cadere i primo fiocchi di neve. La visibilità, seppure ridotta, non condiziona affatto l'ascesa; la traccia è molto evidente e ben segnalata con i bolli "bianco/rossi"



Il sentiero per alcuni tratti si addentra nella faggeta ed in altri fuoriesce allo scoperto, costeggiandola 


Con il salire della quota la nevicata si infittisce ed il vento diventa sempre più gelido ed insidioso  

Ultimi metri prima della vetta, accompagnati da un forte vento e, se così si può dire, una piacevole nevicata
    

Il tempo necessario per scattare qualche foto e di corsa verso valle, ripercorrendo lo stesso itinerario di salita






AUTORI: Alessandro, Simonetta, Davis e Simona

lunedì 9 marzo 2020

PESCHIO DELLO SCURRIBILE (MT. 2.275 slm)



Domenica 4 gennaio 2020, salita al Peschio dello Scurribile dall'omonimo canale e discesa dalla Valle Lupara. 

L'itinerario ha inizio dalla località Fonte dell'Acqua, sito nel comune di Secinaro (AQ), ed esattamente dalla chalet in legno (ex chalet bruciato), inoltrandosi lungo l'evidente carrareccia posta alla destra della struttura e contrassegnata con bolli "bianco/rossi".
 La traccia, sempre ben segnalata, risale la faggeta per un lungo tratto (circa 1   ora e 30 minuti)


A quota 1.900 metri circa, si esce allo scoperto su una radura da dove è possibile osservare gran parte del versante nord della catena del Sirente.

La neve caduta di recente non ci permette ci seguire una traccia, pertanto risaliamo a vista il pendio che abbiamo di fronte ed in breve raggiungiamo l'attacco del canale
Tra un sasso e l'altro iniziamo a risalire il canale sperando che con l'avanzare della quota le condizioni del terreno migliorino. 

Ci spostiamo nella parte centrale dove lo strato di neve è molto più spesso 



Una breve sosta prima dell'impennata finale che ci porterà in cresta



Gli ultimi 20 metri prima della cresta, la pendenza aumenta notevolmente e la neve ghiacciata rende insidiosa la salita. 
   
Siamo in cresta ed a pochi metri da noi il Peschio dello Scurribile



Percorriamo un tratto di cresta fino ad arrivare alla sella da dove sbuca il sentiero estivo della Valle Lupara
Per la discesa troviamo l'insidia delle cornici di neve che pendono sul versante nord. I forti venti dei giorni scorsi hanno creato accumuli di neve che con il rialzo della temperatura nelle ore diurne potrebbero creare grossi problemi. Prima di avventurarci valutiamo bene il da farsi, cercando una via di discesa priva di cornici e con poca neve.

Dall'alto notiamo un canale molto stretto, con pochissima neve e soprattutto senza cornici nella parte iniziale che, da un'attenta osservazione, dovrebbe condurci nella valle sottostante senza grosse difficoltà.

Decidiamo di iniziare la discesa, non ci sono altre soluzioni, in caso di difficoltà abbiamo tutto il necessario per attrezzare le calate con la corda fino alla base del canale.

Affrontiamo l'ultimo tratto di conserva, la neve durissima, quasi vetrata, non rende affatto agevole la discesa. In questi casi la prudenza non è mai troppa.....

Usciamo dalle difficoltà ed a poche centinaia di metri da noi notiamo la traccia, molto evidente, del sentiero della Valle Lupara

  

Raggiungiamo quota 1900 metri circa, dove riallacciamo la traccia percorsa per la salita ed in poco più di un'ora siamo di nuovo al punto di partenza


Una coppia di gufi annidati sotto il tetto dello chalet (al momento se ne vede uno, l'altro si è nascosto), sembrano piuttosto disturbati della nostra presenza. Sia la mattina all'arrivo che nel pomeriggio al rientro, hanno mostrato segni di intolleranza agli esseri umani. Siamo perfettamente del loro stesso parere, pertanto non resta che cambiarci di tutta fretta e togliere subito il fastidio.  

Autori: Alessandro, Marco e Simonetta