lunedì 26 giugno 2023

 GRESSONEY LA TRINITE' (AOSTA)

PUNTA CASTORE QUOTA 3.700 SLM

Un'uscita fuori dal "comune" o per meglio dire fuori dall'Abruzzo; infatti questa volta decidiamo di dirigerci in Valle d'Aosta per tentare di salire in vetta al  Castore, una cima di 4.228 metri, una montagna del massiccio del Monte Rosa, nelle Alpi Pennine e posta al confine tra la Valle d'Aosta ed il Vallese.

L'Equipe, se così si può definire, è composta da 4 individui, Alessandro (Lo scrivente), Giorgio, Alessio e David, tutti soci del CAI di Chieti - Sezione Majella, ed uniti dalla passione della "montagna" oltre che da una vera amicizia nata in occasione delle varie uscite sezionali.

Non a caso abbiamo deciso di denominare questo fantastico gruppo "four over mountain", ovvero "4 sopra le montagne".

Il Castore, una cima da non sottovalutare, il ghiacciaio del Felik potrebbe nascondere l'insidia dei crepacci ma anche quella di alcuni traversi su pendenze che superano i 30°; le condizioni meteo che a quelle quote potrebbero cambiare nel giro di poco tempo con conseguente calo termico; i forti venti che martoriano l'affilata cresta che divide il Colle del Felik con la cima del Castore. 

Per non farci trovare impreparati, iniziamo una preparazione fisica ma soprattutto tecnica alcuni mesi prima della scalata. La nostra Majella diventa campo didattico per le prove di cordata, simulazione di cadute in crepaccio e su pendii critici e recupero con "Paranco Semplice", "Mezzo Poldo" e "Mezzo Poldo con spezzone" ausiliario. Proviamo e riproviamo tantissime volte queste interessanti manovre fino a quanto ognuno di noi diventa un provetto alpinista. Adesso bisogna solo sperare che tutto questo non dev'essere messo in pratica una volta che metteremo i piedi sul ghiacciaio........................

Tutto organizzato alla perfezione, alberghi per i pernotti a valle già prenotati con largo anticipo, così come il "Rifugio Quintino Sella al Castore" che per qualche giorno sarà il nostro campo base per l'ascesa in vetta. Non resta che sperare nella clemenza delle condizioni meteo..............

Mercoledi 21 giugno alle 08,00 circa, inizia la nostra avventura:

In poco meno di 8 ore di viaggio raggiungiamo il centro di Gressoney La Trinitè (AO), dove abbiamo a disposizione un mini/appartamento in un residence:

Trascorriamo il pomeriggio gironzolando qua e la per le vie del paese e pensando, soprattutto, a cosa mangiare la sera per cena visto che dobbiamo arrangiarci da soli:

   

Trascorriamo la serata in alloggio tra una sistemazione e l'altra, pensando a l'indomani quando dal Colle del Betta dobbiamo affrontare la lunga salita che ci condurrà ai 3.500 metri del Rifugio Quintino Sella. La preoccupazione più grossa arriva dagli ultimi aggiornamenti sulle condizioni meteo: cielo parzialmente nuvoloso al mattino ma in netto peggioramento dalla prime ore del pomeriggio con rovesci temporaleschi, anche di forte intensità. Ormai siamo qui e non possiamo tornare indietro, l'unica speranza è di arrivare al rifugio prima del peggioramento meteo, anche perchè la perturbazione passerà molto velocemente e già dal giorno successivo si avrà un netto miglioramento:
 


GIOVEDI' 22 GIUGNO:
Sveglia alle 7,00 in punto, colazione molto consistente, sistemazione degli zaini in auto e di corsa in direzione di Staffal, località di partenza delle funivie del Monte Rosa, dove il Servizio Taxi ci attende per condurci al Colle del Betta. Le funivie sono ancora chiuse per la consueta manutenzione prima della riapertura estiva e riapriranno il giorno successivo, ossia il 23 giugno, pertanto per la salita in quota abbiamo prenotato in anticipo il servizio TAXI che al costo della funivia, ci garantirà lo stesso servizio.
Se a qualche lettore potrà essere utile in futuro ecco i recapiti: www.champoluctransfer.com telefono 335.6626748;
  Iniziamo la salita verso i 2.700 metri del Betta:  

Ci siamo, inizia lo nostra avventura verso la prima meta, il Rifugio Q. Sella
Le condizioni meteo non sono delle più belle, come previsto il cielo inizia a coprirsi ed il vento in aumento segnala l'arrivo della perturbazione:
Come consigliato dal gestore del rifugio qualche giorno prima della partenza,
mettiamo i ramponi a portata di mano poichè, a suo dire, le recenti ed abbondanti nevicate hanno reso impraticabile alcuni tratti del sentiero, specie nella parte finale dove occorre obbligatoriamente attraversare un tratto attrezzato e molto esposto. 
     
Infatti subito dopo la partenza, a circa 2.900 metri di quota, cosa insolita per questo periodo, troviamo la neve.......... 
E' il momento di calzare i ramponi, più avanti troveremo un traverso con inclinazione di circa 30° e rischiare di andare giù non ha senso; la sicurezza è la prima cosa e cadere con i ramponi nello zaino sarebbe ridicolo........per non dire altro; 

Quota 3.000

La prima insidia della giornata arriva appena dopo quota 3.000. La parte iniziale del tratto attrezzato con corde fisse, è completamente sommersa da alcuni metri di neve. Non abbiamo alcuna possibilità di assicurarci ai cosidetti "canaponi", pertanto bisogna procedere con la massima attenzione e concentrazione per superare la cresta affilata:


Come se non bastasse, inizia a tuonare ed arrivano le prime gocce di pioggia. 
Il rifugio è a meno di un'ora ma dobbiamo ancora affrontare il tratto roccioso con passaggi di II grado, anche se attrezzati con corda fissa (con la speranza di trovare le corde non coperte dalla neve!!!!):


La pioggia aumenta di intensità ed il vento ci spara sul volto chicchi di grandine come proiettili. Il rifugio è li, a poche centinaia di metri da noi, si intravede la bandiera italiana, ma fin quando non staremo tutti li dentro non possiamo cantare vittoria. Nonostante la stanchezza, cerchiamo di sfruttare le poche energie rimaste per guadagnarci il confort del rifugio e come un miraggio lo vediamo improvvisamente davanti a noi.
Giusto il tempo di arrivare davanti all'ingresso che si scatena il finimondo; tuoni, lampi, grandine prima e subito dopo, con l'abbassarsi della temperatura, inizia a nevicare.
Nevicherà per tutta la notte accumulando uno strato di circa 15 centimetri,noi egoisticamente parlando, siamo al sicuro e non ci interessiamo minimamente di quello che accade li fuori................................   
Sistemiamo gli zaini e tutta l'attrezzatura alpinistica nel locale a piano terra e poi saliamo al piano di sopra per prendere posto nella nostra stanza:


Scendiamo nel locale ristorante e mentre fuori nevica abbondantemente, tra un bicchiere e l'altro ci godiamo il caldo del rifugio:  

      

VENERDI' 23 GIUGNO
Sveglia alle 6,00, già consapevoli di quello che troveremo li fuori, scendiamo in sala ristorante ma sin da subito ci rendiamo conto che forse è meglio risalire in camera e metterci nuovamente sulla branda. Nessuna cordata è pronta per partire, tutti stanno in attesa che il cielo si scopra, come previsto dal meteo, ed il vento si attenui (cosa del tutto improbabile visto che lo danno in aumento per tutta la giornata). 
La neve è caduta fino alle 3,00 circa e a terra si intravede una coltre di circa 15 centimetri, il vento soffia impetuoso e le raffiche si avvicinano ai 100 km/h spazzando via la neve come farina.
Aspettiamo le 8,00 per decidere cosa fare, una cosa è certa, se le condizioni rimarranno tali, non sarà possibile salire in vetta.
Nulla di fatto, nonostante il cielo azzurro, la luce del sole viene offuscata dalla neve spazzata via dal fortissimo vento. Qualche cordata prova l'ascesa ma dopo poco li vediamo tornare indietro...................non credo valga la pena rischiare!!!  

Verso le 10,00 il cielo si apre improvvisamente lasciandoci ammirare il favoloso panorama che che ci circonda:
 


Decidiamo di legarci in cordata e provare la vetta. Sappiamo già in partenza che la riuscita è quasi impossibile; il cielo è terso ma il vento è molto forte e sulla cresta che dovremmo percorrere, a piu di 4.000 metri, si vedono le fumarole che a sua volta creano cornicioni di neve proprio sul versante che da percorrere.
Iniziano a camminare sul ghiacciaio del Felik, il passo è molto lento a causa della neve fresca e del forte vento contrario. Qualche cordata torna indietro, altre provano a guadagnare il Colle del Felik:
A quota 3.700 circa, ci fermiamo un attimo per fare il punto sulla situazione; il vento insiste e non accenna a diminuire; la temperatura è di qualche grado sotto lo zero con un wind-chill che si aggira intorno ai -10 (per non esagerare); per guadagnare il Colle del Felik bisogna superare un lungo traverso dove, poco sopra la traccia, si intravedono dei cornicioni; una volta arrivati sul Colle del Felik bisogna marciare sull'affilata cresta per circa un'ora fino alla vetta, superando tutte le difficoltà che il forte vento arreca su quel tipo di terreno.
Detto tutto questo, ci rendiamo conto che non abbiamo nulla a nostro favore, pertanto all'unanimità si decide di tornare nel rifugio.
Il Castore sta li e non lo muove nessuno, sarà motivo per tornare di nuovo in questi meravigliosi luoghi;
Approfittiamo per fare due manovre di corda:      
In lontananza il Cervino:
Il Monte Bianco:
Sullo sfondo, al centro, il Gran Paradiso:

Trascorriamo un'altra serata nel rifugio consapevoli che il giorno dopo sarà una giornata stupenda e soprattutto priva di vento, ideale per salire in vetta al Castore, ma siamo altresì consapevoli che non abbiamo il tempo materiale per azzardare l'ascesa. Salire su significherebbe rischiare di perdere la funivia per la discesa, anche se il problema potrebbe essere irrisorio visto che in caso estremo il servizio TAXI è a disposizione H24, quindi basterebbe una semplice chiamata ed il gioco è fatto. 
La cosa più preoccupante deriva dal fatto che una volta scesi dalla vetta, con tutta la stanchezza accumulata da 6 ore e più di cammino in quota, abbiamo davanti a noi altre 4 ore di discesa con passaggi tecnici, su roccia e ghiaccio, con temperature prossime allo zero. 
Decisione finale.................................,"con amarezza si scenderà a valle";  

SABATO 24 GIUGNO     
Sveglia, colazione, preparazione degli zaini e via verso valle. La temperatura, nonostante le 8,30 del mattino, è rigidissima per il periodo in cui siamo (il termometro del rifugio marca -4). La neve è dura come cemento e forse sarebbe il caso di aspettare qualche ora in modo tale che i raggi del sole lo ammorbidisca un poco, ma preferiamo iniziare la discesa con tutta la prudenza necessaria per evitare spiacevoli inconvenienti. 
Tutto ciò potrebbe servire per imparare a muoversi agevolmente su terreno impervio:
          

Salutiamo tutta l'equipe del Rifugio e partiamo:
Il primo tratto roccioso con l'insidia del ghiaccio, si presenta appena dopo la partenza:
Basta prestare attenzione, concentrarsi su dove mettere i piedi, ed avere molta calma per superare tutto senza correre rischi:


  




I trasversi che qualche giorno prima avevamo affrontato in salita con neve soffice, adesso sono particolarmente insidiosi a causa del ghiaccio, l'attenzione non è mai troppa............:
 

A breve la neve ed il ghiaccio lasceranno spazio alle rocce e finalmente potremmo liberarci dei ramponi:
Il paradiso che abbiamo lasciato alle nostre spalle:
Con lo zoom riusciamo ad intravedere una cordata prossima alla Capanna Margherita:
L'espressione di Giorgio sta ad indicare che in lontananza si vede la stazione di arrivo della funivia:

Intorno alla funivia un piccolo branco di stambecchi
In funivia verso Staffal:



In partenza alla volta di Settimo Vittone, un piccolo centro del comune di Torino ma a pochissimi chilometri dal confine con la Valle d'Aosta. In quella località abbiamo già prenotato due camere in un villaggio turistico.............staremo a vedere se la scelta è stata buona o meno!!!
Nel frattempo, prima di recarci nella località anzidetta, facciamo alcune brevi soste nelle varie località della Valle del Lys:


Ecco la nostra baita nel centro turistico di Settimo Vittone, una sorta paradiso terrestre lungo la sponda della Dora Baltea:

   
Sprechiamo le nostre ultime energie per un'arrampicata in falesia; infatti abbiamo a disposizione una parete attrezzata dove, per chi ne fosse sprovvisto, affittano anche il materiale necessario per il free.climbing:
 
 
Un brindisi all'ottima riuscita del  progetto, alla Punta Castore e Rifugio Q. Sella, fiduciosi che nel più breve futuro di eventi simili ce ne saranno tanti altri..........   

DOMENICA 25 GIUGNO:
Giornata con pochi commenti, o forse niente; sveglia, colazione al bar del centro, e partenza, con molto rammarico, alla volta di Chieti.

Partecipanti: Alessandro, Giorgio, Alessio e David 

Grazie a tutti per la buona compagnia e per l'ottima organizzazione dell'evento

......................Vi aspetto per il prossimo progetto