Domenica 23 febbraio 2020: si parte alla volta del Parco Nazionale "Abruzzo - Lazio - Molise", con l'intento di affrontare una via alpinistica sulla nord del Monte Meta. Appena fuori dal centro abitato di Alfedena, svoltiamo verso sinistra imboccando una strada secondaria che porta a Pianoro Campitelli (metri 1.420 slm) da dove inizia il sentiero L1 per il Monte Meta.
La via che dovremmo affrontare oggi è classificata "D-" con pendenze medie di 50/55° , tratti fino a 75° e passaggi su roccia in caso di scarso innevamento.
La giornata alquanto splendida fa ben sperare sulla buona riuscita della scalata, unico dubbio sono le condizioni del manto nevoso che a causa della recente nevicata e delle alte temperature diurne, potrebbe riservare qualche sorpresa.
Siamo nel territorio del Parco d'Abruzzo ed il Monte Meta, così come tutte le cime situate nei dintorni, sono all'interno della "riserva integrale", pertanto prima di intraprendere un'escursione da quelle parti, è giusta regola informarsi su ciò che è possibile fare e ciò che è vietato.
Prima di immetterci lungo il sentiero L1, diamo un'ultima occhiata alla cartellonistica del parco per verificare se qualcosa fosse sfuggito alle informazioni acquisite in precedenza. Nulla di cambiato, nessun divieto di salita sulla cima del Monte Meta a differenza del periodo estivo quando la vetta viene chiusa al transito di escursionisti. Infatti altre persone dirette lungo lo stesso itinerario, confermano che in questo periodo l'accesso al Meta è libero.
Ma qualcosa è sfuggito...............!!!!!!! Purtroppo, ignari di una regola, più avanti troveremo una sorpresa che condizionerà la nostra uscita.
Nonostante in pieno inverno, la neve quasi assente e la temperatura elevata fanno pensare alla primavera inoltrata.
Davanti a noi il Monte Meta e contraddistinto in rosso la via di salita che vorremmo percorrere
Raggiungiamo i ruderi del Fortino Diruto a quota 1.775 metri, un avamposto militare edificato a metà dell'800 per combattere il brigantaggio ed assicurare il passaggio dei monaci e pastori che si recavano nel vicino passo "dei Monaci".
A breve dovremmo lasciare il sentiero L1 ed iniziare l'avvicinamento, a vista, in direzione del versante nord del Meta.
"Lasciare il sentiero" è una frase che quando si circola all'interno di una "riserva integrale" non va mai detta, ma sopruttutto mai fatto, per nessun motivo.
Alla base del canale centrale, una via usata solitamente per la discesa, calziamo i ramponi, imbrago, casco ed impugnata la piccozza cominciamo a risalire la via. La neve appare da subito non adatta per ciò che vogliamo affrontare; in alcuni tratti è abbastanza dura e compattata in altri, purtroppo, è soffice e non coesa con lo strato sottostante.
Lasciamo la parte centrale del canale e, in obliquo verso sinistra, puntiamo il canalino che porta alla base della via da risalire. Il vento aumenta d'intensità, il freddo, essendo in ombra, inizia a farsi sentire e le condizioni della neve peggiorano di passo in passo. In alcuni punti troviamo lastroni di vetrato che costringono ad usare i fittoni per assicurarci, mentre, in altri, quelli che fino a poco prima erano stati assolati, la neve scivola verso valle sotto i nostri passi.
Imbocchiamo lo stretto canale e ci avviciniamo alla parete rocciosa da scalare ma qualcosa non sta andando per il verso giusto............................................
........................veniamo distratti da un gruppo di persone che parlano ad alta voce, voltatoci verso valle notiamo un gruppetto di persone (4/5) che sostano lungo il sentiero L1 e discutono tra di loro. Aspettiamo qualche munito per capire cosa stesse succedendo, la discussione continua ma non riuisciamo a capire di cosa stessero parlando. Non è il caso di procedere, la neve non adatta, il vento, il freddo e soprattutto quelle persone che discutono, distraggono la concentrazione. Senza esitare in alcun modo, decidiamo di tornare indietro, la mantagna sta sempre li e ci torneremo quando le condizioni saranno più favorevoli.
Con le necessarie cautele affrontiamo la discesa fino a raggiungere la base del canale centrale. Ormai siamo a pochi metri dal sentiero, una breve sosta per toglierci i ramponi, l'imbrago ed il casco e mangiare qualcosa prima avviarci verso il punto di partenza................ma non andrà proprio così!!!! Neanche il tempo di toglierci lo zaino da dosso, veniamo avvicinati da un Guardiaparco il quale, in modo molto cortese, ci fa osservare che abbiamo violato una regola del parco. Infatti, a suo dire, quando si entra in una "riserva integrale" non si può assolutamente abbandonare il sentiero marcato con le bandiere "bianco/rosse", pertanto qualsiasi attività che richiede l'abbandono della traccia segnata (alpinismo - scialpinismo ecc.), è vietata. Nessuna giusitificazione, le regole sono fatte per essere rispettate e se si infrangono è giusto pagare le consegenze. Con il portamonete alleggerito di qualche decina di euro (la sanzione amministrativa prevede € 50,00 a persona) e con il boccone andato di traverso, ci avviamo verso Pianoro Campitelli, increduli di quello che era successo.
Ecco cosa recita l'articolo 43 del Regolamento del PNLAM:
Art. 43
Escursionismo
1.La pratica escursionistica è
consentita nella Zona A (Riserva integrale) esclusivamente lungo la rete
sentieristica individuata nel Piano del Parco, senza divagazioni. Nelle
altre Zone può avvenire anche lungo strade e mulattiere non segnalate, purché
evidenti sul terreno. È comunque vietato divagare da strade, mulattiere
e sentieri, salvo che per lo svolgimento di attività consentite che lo
richiedano.
2.Per ragioni di protezione della fauna, l’Ente Parco può, con specifico
provvedimento, per particolari periodi dell’anno e per talune aree, limitare
l’afflusso giornaliero dei visitatori o consentirlo esclusivamente a gruppi
accompagnati da personale autorizzato dall’Ente medesimo. Parimenti l’Ente
Parco può, per particolari periodi dell’anno e per taluni sentieri, subordinare
l’accesso dei visitatori al pagamento di una somma determinata dal regolamento
tariffario, ad esclusione degli abitanti residenti, che possono avere accesso
gratuitamente previa autorizzazione dell’ente.
4. Salvo il caso in cui essa sia condotta dal
personale dell’Ente Parco, l’attività di guida nel territorio del Parco è
subordinata al rilascio, da parte dell’Ente, di un titolo ufficiale che si
consegue a seguito di apposito corso di formazione, ovvero al possesso di
titolo abilitativo riconosciuto da autorità competenti e validato dall'Ente
Parco
Un consiglio per gli appassionati dell'alpinismo ed attività su neve e ghiaccio: prima di intraprendere un'uscita è opportuno informarsi bene, per il tramite delle Amministrazioni locali, sulle regole che vigono per l'esercizio di tali attività nel territorio che avete scelto. Quando ci si trova all'interno dei parchi ed in modo particolare nelle "riserve integrali", le soprese sono dietro l'angolo.
Autori: Alessandro e Simonetta
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